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Tu giochi?

No, io non gioco.

Non mi piace, ogni tanto tiro fuori Doom (quello originale, non il remake/reboot dell’anno scorso), Quake, o provo Supermario o qualche altro gioco simile.

Niente, non riesco a usarli per piu’ di dieci minuti.

Se mi metto a sviluppare, a fare sysadminning, a studiare qualche linguaggio nuovo, ci passo le ore, e sono appagato.

Invece con i giochi, niente da fare. Sara’ che sono un impedito, o l’eta’ sta cominciando a fare effetto.

 

Ok, torniamo indietro nel tempo.

 

Come ho gia’ detto, i primi giochi che ho usato su pc (90/91) sono stati Outrun, Motogp e F1gp.

 

Ci ho giocato fino all’esaurimento.

 

Poi, poco alla volta, mi sono fatto una piccola collezione di giochi.

 

Uno dei primi, se non il primo, e’ stato Stunt car racing.

Non mi ha mai pienamente soddisfatto, e’ vero che c’era l’editor delle piste, ma le curve erano solo a 90°, e sempre con lo stesso raggio. Non si poteva, per fare un’esempio, girare su una pista simile a quella di F1Gp, in cui c’erano curve piu’ ampie, piu’ strette, piu’ brevi, piu’ lunghe.

Poi Prince of persia, che ho giocato davvero tanto.

 

Ma mancava qualcosa: Supermario.

C’e’ poco da fare, in quegli anni, Supermario era IL videogame, e su pc c’erano diversi platform, ma nessuno aveva quella magia.

Erano gli anni dello shareware, uno comprava una rivista in edicola, in allegato c’era un floppy con a volte sopra un gioco shareware.

Mi ricordo Secret Agent, Duke nukem 1 e 2, a cui ho giocato parecchio.

 

A proposito di Duke nukem: era il periodo in cui avevo il pc infettato con quel maledettissimo Jerusalem B (grazie, D!), che aveva attaccato anche l’eseguibile di Duke Nukem.

L’effetto su quel gioco era stranissimo: a parte che quello schifoso virus non si accorgeva di aver gia’ infettato un eseguibile (reinfettava lo stesso binario a ogni esecuzione, e quindi ti trovavi un EXE che, da pochi KB diventava un mostro che non entrava nemmeno in RAM),  ma il problema era che dopo qualche minuto di partita, il gioco rallentava in maniera ingiocabile.

Visto che succedeva solo a quel gioco, e non ad altri, mi ero fatto l’idea che quel binario avesse problemi di bug, o incompatibilita’ con il mio pc.

 

Venghino siorre e siorri!

Nel 2018, in pochi mesi ho comprato un Olivetti prodest PC128, un PC128S, un PC1, un PCS286.

Dopo poche settimane ho deciso di cambiare casa, e ho venduto tutto (non mi stava piu’ niente nella casa nuova).

Ci ho smenato almeno 200 euro, tra il prezzo di acquisto e quello di vendita.

Come li so fare gli affari io…

Buroidiocrazia

“Questo sito utilizza cookies”.

 

Non bastava avere siti lentissimi, pieni di pubblicita’, che ti fanno odiare il web e chi l’ha pensato.

 

Pure l’informativa sui cookies.

 

Gli autori di quella legge andrebbero condannati a 10 anni di lavori forzati. Almeno lavorerebbero.

 

Ennesimo esempio di come la presenza di burocrati sia non solo inutile, ma dannosa, perche’ porta a lentezze, confusione, ritardi nello sviluppo, senza nulla in cambio.

Passato e presente (prima parte)

Sono essenzialmente nostalgico riguardo l’informatica.

Non mi piace come si e’ evoluta in questi ultimi 10 anni.

Framework onnipresenti e che diventano sempre piu’ grossi, instabili e insaziabili di risorse (a volte vedi inserire in un progetto un framework intero per UNA funzione. Ma scrivere codice e’ cosi’ passato di moda?), linguaggi sempre peggiori (qualcuno ha detto JS?), astrazione sempre piu’ spinta, e sempre piu’ “astratta”, interfacce grafiche sempre piu’ pesanti, confuse e fighette (e per moltissimi lavori continuo a usare la linea di comando), personale sempre piu’ incompetente, che viene fatto lavorare solo perche’ c’e’ una grande “fame” di creatori di webapp, app per Android e IOS, e robe simili: gente che e’ capace a mettere giu’ due righe di codice solo perche’ esiste StackOverflow.

 

Io sono nato, informaticamente parlando, in un’altra era.

Pochi strumenti (un compilatore, un linker e un debugger erano sufficienti).

Framework ce ne erano pochi (l’interfaccia TurboVision di Borland per esempio), e comunque andavano capiti prima di essere buttati alla cazzo in un sorgente.

Gli sviluppatori dovevano sforzarsi di capire cio’ che stavano facendo.

 

Quale e’ la causa di questo imbarbarimento?

Per me e’ il boom di richieste di sviluppatori per webapp e app.

Fino a prima del boom di “internet per tutti”, la richiesta di sviluppatori da parte di aziende era simile (o forse un po’ superiore) all’offerta.

Quindi se uno sviluppatore era davvero uno sviluppatore, allora veniva assunto.

Uno non poteva presentarsi a un’azienda con un curriculum su cui stava scritto “ho fatto il custode di uno zoo fino a ieri, oggi mi hanno licenziato, penso di essere in grado di ricoprire la vostra figura di ‘sviluppatore Clipper’ perche’ mi piace battere a macchina”.

Oggi le cose sono cambiate. La fame di sviluppatori e’ cresciuta a dismisura, mentre l’offerta e’ cresciuta ma non abbastanza.

Per offerta intendo chi ha fatto un percorso di studio in informatica, o settori simili, e ha solide competenze.

Adesso le aziende di sviluppo, dovendo smaltire un carico di lavoro molto maggiore, devono affidarsi spesso a sviluppatori improvvisati, o che hanno fatto un corso di pochi mesi, senza la minima esperienza.

Per essere chiari a chi sta pensando di intraprendere una carriera nello sviluppo.

I corsi su Java, JS, PHP e via dicendo sono inutili se non si hanno esperienze precedenti.

I corsi su vari linguaggi, framework o sulla produzione di webapp, app e roba simile possono dare competenze (e non esperienza) solo per quel linguaggio/framework/webapp/app, ma non insegnano a sviluppare.

Se uno non ha mai sviluppato, e si iscrive a un corso di PHP, non sapra’ sviluppare.

Sapra’ mettere insieme due righe di codice, e magari quel codice sembrera’ funzionare, ma se mancano le basi, non c’e’ santo che tenga, non si sara’ uno sviluppatore nemmeno decente.

 

Una mia conoscente (sembra inventato, ma purtroppo non e’ cosi’), e’ stata assunta in un’azienda software come sviluppatrice di siti (quando le ho chiesto “front-end, back-end o full-stack?”, mi ha risposto “faccio siti”) con un titolo di studio di arte bianca, e senza la minima esperienza.

Ovvio che poi lo sviluppatore medio vuole framework per fare qualsiasi cosa, anche semplice, perche’ cosi’ puo’ affidarsi, per la maggior parte, su codice scritto da altri, considera linguaggi come il C e C++ primitivi e produce applicazioni sempre piu’ pesanti (perche’ fare un po’ di ottimizzazione su codice e query SQL quando si puo’ aggiungere semplicemente ram, dischi e cpu?).

 

Dove andremo con questo modo di lavorare? A ramengo, senza dubbio.

Professionalita’ e competenze in caduta libera.

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