Premessa: da questo momento spero di pubblicare piu’ roba, e piu’ spesso. Per il momento diciamo un articolo alla settimana.

 

 

Ok, diciamo che il gioco e’ solo una scusa per parlare d’altro.

Dunque… Duke Nukem. Parlo della prima versione di quel platform.

In quei giorni avevo finito da poco Prince of Persia (del quale prima o poi faro’ la recensione), ed ero in cerca di qualche giochino nuovo.

Stiamo parlando del 1992 o 93, internet ancora non ce l’avevo (forse nemmeno ne avevo mai sentito parlare), le bbs erano fuori portata (non solo perche’ allora un modem costava mezzo milione per un modello decente: il fatto e’ che i costi del telefono erano alti, e nella zona coperta dal mio prefisso telefonico non c’erano bbs, quindi bisognava fare un’interurbana per scaricare a 1 – 2 kilobyte al secondo).

Le possibilita’ di approvvigionamento erano essenzialmente due: farsi copiare i giochi da amici, o le riviste.

Il primo punto non era cosi’ efficiente: per prima cosa nella mia zona i pc erano pochi (anche per il fatto che nei primi anni 90 erano costosi, e molti genitori preferivano comprare i vari C64/spectrum perche’ costavano meno. E oltretutto i figli erano contenti, perche’ le cassette in edicola costavano poco e c’era una buona varieta’. Varieta’, intendo. La qualita’ e’ un’altra cosa. Faro’ un articolo su questo). Dei miei coscritti, tra frazioni e borgo, eravamo in quattro in tutto ad avere un pc e, non so perche’, non ci scambiavamo molti giochi.

Poi c’era il problema del costo dei floppy. A quel tempo un floppy era piuttosto caro, se non mi ricordo male una scatola da 10 mio padre l’aveva pagata 40 mila lire.

L’altra possibilita’ erano le riviste: la mia preferita, alla quale ero abbonato, era Pc Magazine + floppy. Una signora rivista, con prove serie di pc, test approfonditi, articoli su software e hardware anche esotico (diciamo che quando vedi una recensione di un ps2 da 12 milioni di listino, qualche domanda te la fai). Poi qualche numero di Pc Professionale (ai tempi il nome era meritato) e altre riviste “serie”. Riviste piu’ giocose ne ho comprate ben poche, ricordo un PcAction, con in allegato la demo di Pacific Island (ne trovate la recensione sul sito https://exvideogiocatore.blogspot.com) e di un gioco di tuffi (di questo fidatevi che non ne faro’ mai la recensione).

Insieme a queste riviste, giocose o seriose, con una “struttura” vera, con una redazione vera, giornalisti, e via dicendo, c’erano una serie di riviste piu’ raffazzonate e alla buona che erano poco piu’ che due righe con un cd/floppy allegato. E ovviamente sul floppy c’erano dei giochi freeware / shareware / public domain. Riviste che duravano pochi numeri e poi sparivano per sempre.

Una bella giornata mia madre mi carica in macchina perche’ voleva andare a fare due chiacchiere con una sua parente (tipo sorella della nonna della zia della cugina della prozia di una cugina della cugina della cugina di mia madre. Si’, nella mia famiglia una cosi’ e’ comunque “una parente”). Perche’ io fossi stato caricato in auto per accompagnare mia madre da una parente di cui ignoravo l’esistenza, e di cui ancor oggi mi chiedo “ma chi cacchio era questa?”, lo ignoro. Ma a quell’eta’ ignoravo parecchie cose riguardo a queste meccaniche di parentela (non che ora mi siano piu’ chiare: come si fa a chiamare “parente” una cosi’? A questo punto io potrei dire di essere intimo amico di Bill Gates, per la solita regola dei 6 gradi di separazione).

Ma durante il tragitto mia madre si ferma in edicola e mi dice di prendermi una rivista (aveva gia’ capito due cose: la prima e’ che sono facile da comprare, e con una rivista mi avrebbe tenuto buono. La seconda e’ che, dandomi da leggere, non avrei rotto tanto i maroni per tornarmene a casa nemmeno dopo due ore di chiacchiere tra mia madre). Visto che ero in astinenza da giochi scelsi una di quelle riviste putride (se non ricordo male quella era putrida veramente: due fogli A4 piegati nel mezzo e pinzati insieme, e un floppy, il tutto incellofanato insieme), con in allegato Duke Nukem.

Tornato a casa ho installato quel gioco sul mio mitico Olivetti PCS86, e ho cominciato a giocare. Mi e’ subito piaciuto, e ci ho passato parecchie ore.

Ma qui inizio’ il problema. Dopo pochi giorni quel gioco, dopo pochi minuti, rallentava vistosamente, con oltretutto degli artefatti grafici, tipo pezzi di schermo spostati. L’unico sistema era uscire e rientrare.

Mi sembrava molto strano che un gioco si comportasse cosi’, ma non era il solo software con problemi. Programmi che fino a un certo punto avevano funzionato senza problemi, ora nemmeno partivano, con errori di memoria insufficiente.

Dopo qualche settimane il pc divento’ inutilizzabile: nessun software partiva piu’, nemmeno la buona vecchia Dosshell (era un po’ l’ XtreeGold dei poveri).

A quel tempo i miei erano amici di uno che faceva l’informatico di professione (non ricordo esattamente se sviluppatore, sistemista o cos’altro). Questo si prese il pc, se lo porto’ via e lo riporto’ dopo qualche settimane, sistemato, con la diagnosi: c’era un bel virus, il Jerusalem B.

Ovviamente rimuovere il virus e basta era visto come “pericoloso”, meno sicuro di una zappatura completa, quindi il pc era stato formattato, e l’unico software sopra era il dos.

Analogo destino seguirono tutti i floppy non rigorosamente protetti da scrittura fin dal momento dell’acquisto, che il bastardone in questione aveva infettato. Praticamente mi sono trovato da un giorno all’altro con un decimo di quello che avevo prima.

Da cosa nasceva quello strano comportamento per il quale niente riusciva piu’ a caricarsi in ram? Dal fatto che il Jerusalem B aveva un bel bug: non riconosceva i file gia’ infettati, e continuava ad aggiungere il suo codice al fondo dell’eseguibile, col risultato che ogni file veniva reinfettato ad ogni esecuzione. Quindi ogni volta la dimensione aumentava e aumentava, fino a rendere impossibile il caricamento in ram (per dire: Dosshell era aumentato da circa 100 kb a quasi 600 kb).

Continua…